Facilitazione-Trasformativa-a-Castiglione

Portare la facilitazione trasformativa nelle scuole, il caso dell’istituto Fermi di Castiglione

Si può portare la facilitazione trasformativa nelle scuole ed in che modo, con quali obiettivi per gli studenti? E per i docenti?

Come far emergere in una classe di seconda media le potenzialità dei singoli ragazzi ed aiutarli a comprendere come proseguire il proprio percorso di studi?

È stato questo l’obiettivo del workshop di orientamento che ha coinvolto tre classi dell’istituto Enrico Fermi di Castiglione Torinese la scorsa settimana.

Grazie al Comune di Castiglione e a docenti illuminati che hanno supportato il nostro progetto Agile&School, Alma, Giada ed io abbiamo facilitato circa 60 ragazzini in sessione di quasi 2 ore a classe. Ma come siamo arrivate a questo?

La preparazione ovvero come si prepara un workshop

Da dove partire per preparare un workshop di facilitazione trasformativa?

Come per tutti i progetti si parte dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Per quanto ci riguarda nel mese precedente al workshop abbiamo lavorato per definire:

  • Mappatura e costruzione del percorso.
  • Scelta degli esercizi da attuare. Quali tra i molteplici esercizi a tema permettevano ai ragazzi di raggiungere l’obiettivo nel tempo a disposizione?
  • Preparazione dei materiali necessari per tenere il workshop.
  • Verifica degli spazi a disposizione
  • Test per validare:
    • Interesse;
    • Processo;
    • microstrutture scelte;
    • linguaggio utilizzato (le parole e la terminologia scelta è comprensibile a ragazzi di 12 anni?);
    • modalità di richiesta feedback agli alunni.

Qui ringraziamo i figli di Alma e Giada che si sono prestati a testare il nostro progetto, un sabato mattina, aiutandoci a comprendere le modifiche da apportare e come implementarlo.

Il grande giorno, la facilitazione trasformativa all’opera

Eccoci pronte in aula. Sistemati gli spazi ed i materiali arriva la prima classe.

Dopo una breve presentazione di noi e di cosa avremmo fatto insieme in questo laboratorio, proseguiamo con il patto d’aula, necessario per creare un ambiente psicologicamente sicuro per tutti gli studenti, ed un icebreaker per spezzare la tensione dei ragazzi e farli entrare nel vivo.

Tra sessioni in plenaria, iterazioni di gruppo dove svolgono un progetto in più step e riflessioni individuali, i ragazzi si osservano, osservano i comportamenti dei loro compagni nel team di progetto, mettendo in atto anche teamwork e ascolto attivo.

Tutto questo li ha condotti, a seconda dei comportamenti e delle caratteristiche emerse, a classificarsi in differenti macro-aree, che successivamente sono state abbinate a una rosa di professioni, secondo la teoria di Holland.

Ovviamente è stato importante verificare se si ritrovavano in queste aree e spiegare loro che l’aspetto preponderante non escludeva altre caratteristiche complementari.

In chiusura di ciascun workshop abbiamo chiesto ai ragazzi un feedback sull’attività svolta attraverso una semplice alzata di mano con votazione da 1 a 5.

Cosa è emerso da questa giornata?

Sicuramente questa giornata ha portato molteplici punti di riflessione/approfondimento per tutti gli attori coinvolti.

Per i ragazzi è stato un viaggio per favorire la conoscenza di sé, delle proprie attitudini, interessi e valori, ma anche un viaggio alla scoperta dell’altro. Si sono messi in gioco scoprendo e sviluppando una progettualità personale, di gruppo e professionale, analizzando diversi aspetti della realtà del caso che hanno dovuto affrontare, imparando ad osservarsi ed ascoltarsi.

Per i docenti un’opportunità di vedere i ragazzi in un contesto diverso dalla classica lezione frontale, osservarli interagire e ottenere da questo workshop spunti e materiali per approfondire in classe, o individualmente, quanto emerso ed aiutarli nella scelta del percorso di studi futuro.

Per noi, facilitatrici e agile coach, una bellissima esperienza – con tutte le difficoltà nel facilitare dei ragazzi di 12 anni, mantenere il flusso, accertarci che tutti avessero compreso -quella di osservarli interagire e soprattutto la grande emozione nel veder emergere il loro potenziale nascosto.

Il potere della facilitazione trasformativa

Questa esperienza è solo uno dei tanti esempi in cui poter utilizzare la facilitazione trasformativa, un approccio che aiuta a rimuovere gli ostacoli, a collaborare per realizzare un cambiamento e a far emergere la conoscenza tacita di ogni persona coinvolta.

Un approccio che può essere applicato nelle scuole, come nelle aziende ed in tutti i tipi di organizzazione per affrontare sfide di ogni genere.

Se vuoi saperne di più o vuoi sviluppare un progetto per la tua realtà contattami.

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